Pubblicato il 4/11/2025
Perché D&D domina il mercato dei giochi di ruolo nel 2025?
Dungeons & Dragons è, senza dubbio, il gioco di ruolo più famoso e giocato al mondo. Secondo i dati delle piattaforme come Roll20 e Fantasy Grounds, D&D 5E rappresenta oltre il 60% delle partite online, seguito da Pathfinder e Call of Cthulhu con percentuali molto inferiori. Grazie alla sua lunga storia, alle numerose edizioni e all’enorme impatto che hanno avuto i live show online (Critical Role, Dimension 20, The Adventure Zone), D&D è diventato sinonimo di “gioco di ruolo” per moltissimi appassionati.
Ma perché questa predominanza continua? Proviamo a esplorare le ragioni principali, supportate da dati di mercato e tendenze del 2025.
D&D è diventato il “Kleenex” dei giochi di ruolo – il brand che ha fagocitato l’intera categoria merceologica. Come McDonald’s nel fast food, ha creato un effetto di standardizzazione globale che ha appiattito la percezione del medium.
Questo fenomeno ha creato una generazione di giocatori che vive il gioco di ruolo con i paraocchi, intrappolata in una comfort zone che limita profondamente l’esperienza ludica. È un atteggiamento pigro e inconsapevole che riduce l’universo infinito dei TTRPG a una sola opzione, per paura di uscire dalla propria coperta di Linus.
Una delle argomentazioni più frequenti è: “D&D è già abbastanza complesso, figuriamoci altri sistemi“. Ma questa è una percezione completamente falsa. Molti giochi di ruolo sono incredibilmente più semplici e intuitivi di D&D:
– Knave si impara in 10 minuti
– Dungeon World ha meccaniche più fluide e immediate
– Call of Cthulhu usa percentuali comprensibili da chiunque
– Sistemi OSR come Old School Essentials sono minimalisti per design
La realtà è che chi rifiuta di provare altri sistemi spesso non lo fa per la complessità, ma per mancanza di curiosità e voglia di mettersi in gioco.
Molti giocatori si aggrappano disperatamente alla nostalgia per il fantasy tolkieniano di D&D, rifiutando qualsiasi cosa che esca da questo schema rassicurante. È un conservatorismo ludico che impoverisce l’esperienza: perché limitarsi agli elfi quando potresti esplorare l’horror cosmico di Call of Cthulhu? Perché restare nei dungeon quando potresti pianificare heist in Blades in the Dark?
1. L’effetto “prima impressione” e l’accessibilità
Per la stragrande maggioranza dei giocatori, D&D è stato il primo GDR provato. Come emerge dalle discussioni su Reddit e nei forum specializzati, molte persone semplicemente non conoscono altri giochi di ruolo da tavolo. L’accessibilità delle regole, i manuali tradotti in oltre 20 lingue, e una community sempre viva rendono D&D il punto di ingresso naturale per i neofiti.
Una volta entrati in questo mondo, è facile restare fedeli al proprio “primo amore” – il cosiddetto effetto imprinting ludico è molto forte nel settore dei TTRPG.
2. La “class fantasy” e la progressione del personaggio
Un elemento distintivo di D&D è la class fantasy: l’idea di incarnare un archetipo specifico (barbaro, ladro, mago) con abilità uniche e protezione di nicchia. Come sottolineano i giocatori nelle community: “Se sono il ladro, sono il migliore nelle cose da ladro. Avrò sempre il mio momento per brillare.”
Inoltre, il sistema di progressione a livelli offre obiettivi chiari e gratificanti: i giocatori amano guardare avanti alle abilità che sbloccheranno, creando aspettativa e investimento emotivo nel personaggio.
3. Familiarità e comfort zone
Cambiare sistema può sembrare impegnativo: bisogna imparare nuove regole, ambientazioni e stili di gioco. Molti preferiscono restare nel terreno sicuro di D&D, dove tutto è già noto. Il paradigma dell’avventura in D&D è molto chiaro: sai sempre cosa dovresti fare e come procedere, un elemento di comfort che spiega la popolarità originale del gioco.
4. Il fenomeno dei live show e la cultura di massa
Podcast, stream su Twitch e YouTube dedicati a D&D hanno creato una vera cultura di massa. Critical Role da solo ha oltre 1 milione di iscritti e ha influenzato un’intera generazione di giocatori. I nuovi appassionati vengono attratti dai creator, dalle campagne famose e dalle ambientazioni conosciute, sentendosi parte di una grande famiglia globale.
Nel 2025, questo fenomeno si è ulteriormente amplificato con produzioni sempre più professionali e l’arrivo di celebrity del mondo dello spettacolo al tavolo da gioco.
5. Offerta commerciale ed editoriale dominante
D&D è supportato da una produzione costante di manuali, avventure, accessori e materiali digitali. La line-up 2025 include il rifacimento del nuovo Starter Set “Keep on the Borderlands”, la Player’s Guide di Forgotten Realms e molto altro. Nei negozi fisici e online, su piattaforme come Roll20, D&D Beyond e Fantasy Grounds, è il sistema più facile da trovare e giocare con chiunque.
6. La magia del d20 e dei “nat 20”
Il sistema del d20 con i suoi critici automatici (natural 20) crea momenti memorabili. Quei momenti in cui l’impossibile diventa possibile con un singolo tiro di dado sono parte integrante dell’esperienza D&D e generano storie condivise per anni.
7. Paralisi da scelta nel vasto mercato TTRPG
Il panorama dei giochi di ruolo nel 2025 è vastissimo: sistemi indie, horror, fantascientifici, narrativi, OSR (Old School Renaissance). La quantità può intimidire, portando molti a scegliere sempre e solo D&D per sicurezza. È il paradosso della scelta: troppe opzioni portano all’inazione.
Troppi giocatori adottano un atteggiamento passivo e gregario nei confronti del gioco di ruolo. Aspettano che qualcun altro proponga, che qualcun altro organizzi, che qualcun altro porti novità al tavolo. Questo è un errore che impoverisce l’intera esperienza di gruppo.
Essere un buon giocatore significa anche essere un instigatore: proporre alternative, approfittare delle pause tra campagne per sperimentare, prendersi la responsabilità di portare freschezza e stimoli nuovi nel gruppo. Non abbiate paura di dire: “Ehi, che ne dite se proviamo qualcosa di diverso per questa one-shot?”
D&D è diventato un fenomeno di cultura pop mainstream, alimentato da meme, riferimenti nei media e senso di appartenenza a una community globale. Ma questa dimensione social spesso oscura l’aspetto più importante: la qualità dell’esperienza di gioco effettiva.
Molti giocatori si identificano più con l’idea di giocare a D&D che con la pratica ludica vera e propria. È un feticismo del brand che limita le possibilità di crescita e scoperta.
Eppure il “banchetto” dei giochi di ruolo è straordinariamente ricco. Ecco alcune delle alternative più apprezzate e discusse nelle community online:
• Pathfinder 2E – Il classico rivale di D&D, con 23 classi base e oltre 30 ancestry. Perfetto per chi cerca crunch e personalizzazione senza limiti. Definito “D&D 3.75” per la sua vicinanza meccanica ma con maggiore libertà.
• Call of Cthulhu – Il terzo gioco più giocato al mondo secondo Roll20. Horror investigativo lovecraftiano con meccaniche eleganti.
• Dungeon World – Powered by the Apocalypse, narrativo e accessibile. Ideale per chi vuole meno regole e più storia.
• Knave 2E – Rappresentante dell’OSR moderno, minimalista ma profondo.
• Dawn of Pripyat – uno scenario dove sono presenti mutanti, fenomeni atmosferici anomali e devastanti e luoghi disabitati, non molto lontani dalla civiltà.
• ICRPG (Index Card RPG) – Sistema veloce e cinematografico di Runehammer.
• Blades in the Dark – Per heist e storie crime in ambientazione industrial-fantasy. Meccaniche innovative con i flashback.
Analizzando i thread di discussione su r/rpg e r/DnD, emergono questi titoli caldissimi:
• Mythic Bastionland – Il nuovo progetto di Chris McDowall (Into the Odd)
• Legend in the Mist – Altissime aspettative per l’approccio narrativo
• Grimwild – Dark fantasy con sistema Forged in the Dark
• Starfinder 2E – L’evoluzione sci-fi di Pathfinder
• Pendragon 6E – Il ritorno del classico arturiano
• Coriolis: The Great Dark – Space opera nordico
• Heart: nuova edizione – Il dungeon narrativo di Rowan Rook & Decard
Ogni sistema porta con sé esperienze nuove, stili di gioco diversi, emozioni e storie inaspettate. Come sottolinea la community: “Siamo in una vera età dell’oro tra Kickstarter record, playtest pubblici e community sempre più influenti nello sviluppo dei giochi.”
Alcuni sistemi eccellono nelle oneshot, altri nelle campagne epiche. Alcuni privilegiano il combattimento tattico, altri l’improvvisazione narrativa. Non esiste il “gioco perfetto”, ma esiste il gioco perfetto per te e per la storia che vuoi raccontare.
Limitarsi a D&D per pigrizia intellettuale è come mangiare sempre lo stesso piatto per tutta la vita. Certo, può piacervi, ma vi state perdendo sapori, tecniche di cottura, tradizioni culinarie che potrebbero arricchire enormemente la vostra esperienza.
La mancanza di curiosità nel gaming è sintomo di una mentalità chiusa che impoverisce non solo il singolo giocatore, ma l’intero gruppo. Chi ha paura di “sbagliare” o di “non capire” un nuovo sistema si sta auto-limitando in modo drammatico.
D&D domina per ottime ragioni: accessibilità, supporto editoriale, community globale, meccaniche consolidate. Ma limitarsi solo a questo significa vivere in una bolla autoreferenziale che impoverisce l’esperienza ludica.
È ora di smettere di trovare scuse. Non è troppo difficile, non è troppo costoso, non è troppo complicato. È semplicemente una questione di volontà di uscire dalla propria zona di comfort.
Se non hai mai provato un RPG diverso da D&D, forse è il momento di mettere da parte la pigrizia intellettuale e scoprire quanto è vasta la tavola apparecchiata. Il 2025 offre più opzioni che mai: magari il tuo prossimo gioco preferito è già lì che ti aspetta, ma non lo scoprirai mai se continui a nasconderti dietro la scusa che “D&D va bene così”.
Prendi l’iniziativa. Sii un instigatore, non un gregario. Proponi qualcosa di nuovo al tuo gruppo. Approfittane durante le pause tra campagne. Organizza una oneshot diversa. Il gioco di ruolo è molto più grande di D&D – e tu meriti di scoprirlo.
E tu, hai ancora il coraggio di dire che giochi “solo a D&D” o sei finalmente pronto a esplorare? Raccontaci la tua esperienza nei commenti!
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