Pubblicato il 22/9/2025
Quando si crea un personaggio per un gioco di ruolo, molti si chiedono: quanto deve essere lungo il background? La regola d’oro è mantenerlo breve ma significativo, così da fornire spunti al master e motivazioni al personaggio senza appesantire la campagna.
Un background funziona anche se lungo solo una pagina o poche righe. Bastano tre elementi: origini, un evento che lo ha segnato e la sua motivazione attuale. Non serve un romanzo, ma dettagli mirati.
Un background chiuso descrive nel dettaglio tutta la vita del personaggio: rischia di lasciare poco spazio al gioco.
Un background aperto, invece, delinea i tratti essenziali ma lascia “zone d’ombra” da scoprire in campagna. Questo approccio è ideale perché permette al GM di creare collegamenti, agganci narrativi e sorprese che rendono la storia più viva e coinvolgente.
In campagne lunghe ed epiche può avere senso un background più articolato. In una one-shot o in avventure brevi, bastano poche frasi. L’importante è che il background resti utile e funzionale al gioco.
Per evitare testi lunghissimi, puoi descrivere il personaggio con keyphrase, brevi frasi chiave che riassumono i suoi tratti principali.
Esempi:
Queste frasi rendono subito chiara la personalità e danno al master spunti narrativi concreti.
Il background deve contenere almeno un legame, un nemico o una promessa che il GM possa usare per intrecciare la trama. Pochi dettagli ben scelti valgono molto più di dieci pagine di testo.
Meglio breve e aperto: in questo modo è facile da usare e offre spazio per lo sviluppo durante la campagna.
Un background chiuso racconta tutto in anticipo, mentre quello aperto lascia spazi vuoti. Quest’ultimo è più flessibile e permette al GM di creare più agganci narrativi.
Usa keyphrase: frasi brevi che catturano l’essenza del personaggio. Sono facili da ricordare e subito utilizzabili in gioco.
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