Il gioco di ruolo in azienda: una risorsa per collaborazione e consapevolezza
Pubblicato il 16/12/2025
Il gioco di ruolo in azienda è una tecnologia relazionale potentissima: permette di fare pratica di collaborazione, ascolto e gestione del conflitto in un ambiente protetto, coinvolgente e condiviso. Allo stesso tempo offre l’occasione di conoscere le persone con cui si lavora da una prospettiva completamente diversa, lontana dall’etichetta di ruolo e dalla rigidità delle riunioni.
Perché il gioco di ruolo funziona in azienda
Un gioco di ruolo costruisce un mondo a bassa conseguenza: le decisioni hanno effetti narrativi, non valutazioni in busta paga, e questo rende più facile sperimentare, rischiare, sbagliare e imparare. Dentro questo spazio protetto emergono dinamiche di collaborazione, conflitto, cura e leadership che spesso restano invisibili nella routine lavorativa, ma che sono fondamentali per la vita di ogni team.
La narrazione condivisa obbliga a negoziare significati, prendere decisioni insieme, coordinare azioni e gestire imprevisti, cioè esattamente le competenze trasversali che molte organizzazioni dichiarano di voler sviluppare. Non si tratta solo di “giocare a fare i personaggi”, ma di allenare capacità di comunicazione, ascolto ed empatia in modo concreto e situato, dentro storie che coinvolgono davvero chi partecipa.
Un laboratorio esperienziale e sicuro
Molte formazioni tradizionali su temi complessi come la collaborazione, la parità o la gestione del conflitto si fermano alle slide e ai concetti astratti, senza toccare in profondità comportamenti e abitudini. Il gioco di ruolo, invece, permette di vivere in prima persona situazioni emotivamente significative, che lasciano un segno e rendono l’apprendimento più duraturo.
In questo tipo di esperienze non si lavora solo su “cosa pensiamo”, ma su “come agiamo” quando ci troviamo in una scena carica di tensione, ambiguità o differenze di potere. Il tavolo di gioco diventa così un laboratorio dove osservare i propri pattern, ricevere feedback immediato e sperimentare modalità relazionali diverse, senza il rischio di conseguenze negative sul lavoro reale.
Al tavolo di gioco, chi normalmente parla poco può scoprire un ruolo di regia creativa, chi viene percepito come “freddo” può mostrare una forte capacità empatica, chi appare rigido può rivelare un sense of humor inatteso. Il contesto ludico sospende per un momento le gerarchie formali e lascia spazio a ruoli fluidi, in cui ogni voce può contribuire alla storia comune.
Questo permette di conoscere meglio le persone con cui si lavora: non solo colleghe e colleghi, ma alleate e alleati narrativi, complici di una storia che si costruisce insieme. Una sessione ben progettata di gioco di ruolo in azienda crea ricordi condivisi, battute interne e riferimenti comuni che rafforzano il senso di appartenenza al gruppo molto più di molte attività di team building tradizionali.
Cosa allena un gioco di ruolo in azienda
Tra i benefici più rilevanti ci sono lo sviluppo di competenze sociali ed emotive, come regolazione delle emozioni, gestione dello stress e capacità di mettersi nei panni di altre persone. La necessità di interpretare personaggi con punti di vista diversi e spesso lontani dal proprio quotidiano aiuta a sviluppare empatia e sensibilità verso esperienze che altrimenti resterebbero astratte.
Inoltre, i giochi di ruolo allenano problem solving e decision making in contesti ambigui, in cui non esiste una soluzione unica e giusta, ma occorre negoziare e condividere responsabilità. La dimensione collaborativa e non competitiva sostiene lo sviluppo di forme di leadership più inclusive, attente alle differenze e alle asimmetrie di potere, che molte organizzazioni stanno cercando di promuovere.
Un esempio concreto: Bias Breaker
Bias Breaker è un gioco di ruolo progettato proprio per lavorare sui bias legati al genere e alle differenze generazionali sul lavoro, utilizzando la formula del mockumentario interattivo. Durante la sessione chi partecipa interpreta protagoniste e spalle in un’ambientazione aziendale che prende vita scena dopo scena, tra confessionali e situazioni quotidiane in cui emergono pregiudizi, discriminazioni e dinamiche di potere.
Il gioco è costruito attorno a una serie di materiali: scenari ispirati alla vita lavorativa, archetipi di personaggi con storie e privilegi diversi, carte che arricchiscono le scene con prospettive alternative. Questo permette di tornare più volte sulle stesse tematiche (parità di genere, collaborazione intergenerazionale, linguaggio inclusivo) senza ripetere l’esperienza, ma esplorando sempre nuove angolazioni.
Bias Breaker è pensato come strumento di formazione su Diversity, Equity & Inclusion e allena, oltre alla consapevolezza sui propri bias, competenze trasversali come empatia, problem solving, leadership inclusiva e comunicazione in gruppo. L’esperienza può essere svolta in presenza o online, adattandosi sia a team co-locati sia a realtà distribuite, e viene proposta come percorso facilitato alle organizzazioni che vogliono lavorare in profondità su questi temi. Maggiori informazioni su Bias Breaker sono disponibili qui.
Come introdurre il gioco di ruolo nella propria organizzazione
Per evitare rigetto o imbarazzo è utile proporre il gioco di ruolo in modo graduale, a partire da sessioni brevi, volontarie e con giochi accessibili anche a chi non ha mai giocato prima. Scegliere ambientazioni abbastanza distanti dal quotidiano lavorativo (mockumentari, scenari allegorici, fantascienza sociale) aiuta a ridurre le difese, pur mantenendo un legame forte con le tematiche che si vogliono affrontare.
Un altro elemento chiave è la facilitazione: una buona facilitazione crea sicurezza, dà spazio a tutte le voci e aiuta a collegare l’esperienza di gioco alle pratiche quotidiane del team, senza scivolare nella morale o nella “lezione”. Il passo successivo è integrare queste esperienze in percorsi formativi più ampi, in cui il gioco di ruolo diventa un momento centrale di pratica e riflessione condivisa, anziché un semplice “gioco una tantum”.
Il gioco di ruolo non è una moda nerd da importare in ufficio, ma una tecnologia relazionale potente e concreta: un modo sicuro, coinvolgente e paritario per fare pratica delle stesse competenze che ogni organizzazione dichiara di volere. In un contesto dove soft skills, consapevolezza e collaborazione autentica diventano sempre più critiche, il tavolo di gioco si rivela uno strumento formativo dalle potenzialità ancora largamente inespresse.
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