Com’è cambiata la comunità italiana del gioco di ruolo: tra mode mediatiche, territori e nuovi paradigmi

Pubblicato il 26/9/2025


Negli ultimi anni la community dei giochi di ruolo (GdR) in Italia ha vissuto una vera rivoluzione. Grazie all’esplosione degli actual play, dei podcast, degli influencer e di nuove piattaforme digitali, il GdR è passato dall’essere un fenomeno di nicchia a oggetto di interesse per un pubblico sempre più vasto e variegato. Ma questa crescita ha davvero portato maggiore inclusione e aggregazione, o ha creato nuove divisioni e una rincorsa alle mode del momento?


L’effetto “parassita mediatico”: una community sempre più influenzata dalle tendenze

Il fenomeno che molti giocatori storici e appassionati evidenziano è l’arrivo di ciò che potremmo chiamare “effetto parassita mediatico”: nuovi trend, giochi e approcci esplodono rapidamente grazie alla visibilità degli influencer e degli show online, generando hype e un’ondata di nuovi giocatori. Tuttavia, come spesso accade con le mode, molti prodotti e progetti rimangono sulla cresta dell’onda solo per pochi mesi, per poi scomparire quando l’attenzione si sposta su altro.

Questa dinamica, ormai tipica di social e content creator, ha impattato profondamente il modo di vivere il gioco di ruolo in Italia:

  • Sempre più persone si avvicinano al GdR attratte dagli actual play online, ma spesso con aspettative legate allo spettacolo, all’epicità e alla performance, più che al gioco collaborativo tradizionale.

  • La community si frammenta in bolle: alcuni si aggregano intorno alle associazioni locali, altri seguono i canali social più in voga, altri ancora si limitano a collezionare manuali senza mai realmente giocare.


Territorio, associazionismo e digitalizzazione: dove si gioca oggi

Dalla discussione emerge una fotografia molto variegata:

  • In alcune città, le associazioni storiche sono diventate veri e propri punti di riferimento, con decine di soci e tavoli fissi che permettono di giocare dal vivo, coinvolgendo anche più generazioni.

  • In altre zone, soprattutto più periferiche, l’aggregazione avviene quasi esclusivamente online, da piattaforme Discord ai forum dedicati, offrendo opportunità anche a chi abita lontano dalle grandi città.

  • L’inclusività è aumentata, sia per età che per genere: molti utenti segnalano un numero crescente di giovani e giocatrici donne ai tavoli, specie negli ultimi cinque anni.

  • Esistono però difficoltà legate all’associazionismo: “nonnismo”, regole troppo rigide, poca apertura verso i nuovi, e la fatica di trovare gruppi che non si limitino solo a giocare a D&D.


Le opinioni più diffuse nella community

Riassumendo i principali punti di vista emersi nella discussione:

  • Esperienza positiva: Alcuni vivono oggi una vera “epoca d’oro”, con più partecipazione, eventi, eterogeneità e ricambio generazionale rispetto al passato.

  • Critica all’hype e alle mode: Molti lamentano la volatilità delle tendenze, la rincorsa ai giochi lanciati dagli influencer, spesso abbandonati dopo poco.

  • Valore delle associazioni: Sottolineato da diversi utenti come luogo di aggregazione reale, anche se con limiti; per altri, troppo territorio-dipendenti e a volte esclusive.

  • Gioco online: Visto da alcuni come soluzione ideale per trovare gruppi e riunire persone anche tra regioni diverse, da altri come “ultima spiaggia” preferendo il gioco dal vivo.

  • Effetto degli actual play: Influenze benefiche nel far conoscere il GdR, ma anche rischio di aspettative troppo “televisive” al tavolo reale.

  • Ruolo delle divisioni: Ritornano le “edition war” e divisioni interne, con la community che si dissolve in costellazioni di micro-gruppi spesso in conflitto.


Conclusione: quale futuro per la community italiana del gioco di ruolo?

Quel che appare chiaro è che il gioco di ruolo in Italia sta vivendo una fase di grande trasformazione. La maggiore visibilità, grazie ai media digitali, porta con sé opportunità e rischi: l’unitarietà della community si dissolve in sottogruppi, la partecipazione cresce ma spesso rimane effimera. Se da un lato gli influencer e gli actual play hanno permesso a migliaia di nuovi giocatori di avvicinarsi a questo hobby, dall’altro rischiano di favorire un consumo superficiale e momentaneo.

Il futuro della community potrebbe essere quello di accettare la propria natura multiforme: dalla sala di una piccola associazione di provincia ai gruppi Discord nati online, dal tavolo domestico ai festival, ogni modalità è valida se porta soddisfazione e gioia a chi partecipa. Un hobby “imperfetto”, come lo definiscono molti utenti, dove l’essenza rimane la voglia di condividere storie, emozioni e tempo insieme agli altri.

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